Mio nonno era contadino. Di quei contadini che vivono in case padronali con sei camere da letto, minino. Perché si viveva in gruppo. Le famiglie erano due; la sua con relativi figli, quella del fratello e la madre. La madre severa , la madre contadina, la padrona di casa.
La mia estate era la vera vacanza in campagna. Ricordo la luce che ti faceva chiudere gli occhi, tanto era forte. Quella luce che rifletteva su quelle miriadi di palle di fieno nel campo attorno a casa.
I miei ricordi sono quelli delle corse sfrenate a rincorrere gli animali da cortile.
Delle sudate e delle rinfrescate sotto i getti degli annaffiatoi dei campi.
E poi rimane nella mia mente quel ricordo del filo spesso di corda legato a due alberi. Il filo che serviva a stendere la biancheria. Quella biancheria che profumava di pulito. E basta. Quelle pezze bianche che sventolavo nel caldo della pianura utilissime per giocare a nascondino.
Ho voglia di un ritorno a quanto di più semplice c'è stato nella mia infanzia. Alle piccole cose che ci rendevano felici e pieni di vita.
Ho voglia di estate, di quella estate torrida e calda che ha riempito la mia giovinezza e che, andandosene, ha lasciato tracce indelebili nel mio corpo.
Ho voglia di trasmettere tutto questo a mio figlio.
Ho voglia di tornare indietro per poter andare avanti.